Attualmente, i cibi in commercio risultano molto ricchi di zucchero, a tal punto da ritenere che proprio questa sia una delle cause principali della vera e propria epidemia di obesità che affligge molti Paesi, soprattutto quelli occidentali.
Il sovradosaggio di zuccheri, infatti, non solo porta ad un aumento esponenziale della quantità di calorie ingerite quotidianamente, ma anche ad una vera e propria dipendenza (“dipendenza da zucchero”) verso questo tipo di nutrienti.
I segnali principali
- Desiderio incontrollabile di zucchero;
- Non hai fame ma cerchi comunque il dolce;
- Ti senti affaticato dopo aver mangiato i dolci;
- Eccedi con il consumo di frutta;
- Quando sei stressato cerchi i dolci.
La dipendenza è una condizione medica tale per cui le persone manifestano un desiderio incontrollabile verso l’assunzione di una qualche sostanza.
Anche l’assunzione di zuccheri può portare, proprio come le classiche droghe, ad una vera e propria dipendenza; molte persone, infatti, non sono in grado di controllare il proprio impulso, definito craving, verso l’assunzione di qualcosa di dolce.
Gli zuccheri possono modificare la concentrazione di dopamina e di altri recettori cerebrali come la serotonina, implicati nella percezione di sentimenti quali felicità e soddisfazione.
La forma più comune di zucchero è il saccarosio che, una volta ingerito, viene scisso in due componenti più piccoli, glucosio e fruttosio, a livello dell’apparato digerente dell’organismo.
Il livello di glucosio nel corpo umano viene regolato da due diversi enzimi, insulina e glucagone, entrambi importanti per il metabolismo di questo zucchero.
In seguito all’ingestione ed alla degradazione dello zucchero, le molecole di glucosio vengono poi assorbite e distribuite in tutte le cellule del corpo, principalmente grazie al lavoro di un gruppo di proteine, dette GLUT, responsabili del trasporto del glucosio all’interno del flusso sanguigno. Il principale trasportatore delle molecole di glucosio fino al cervello viene detto GLUT1.
Il tessuto cerebrale risulta essere il principale tessuto umano a non essere in grado di tollerare bassi livelli di glucosio, dal momento che i neuroni non possiedono l’abilità di immagazzinare lo stesso per poi poterlo utilizzare in momenti di carenza di zuccheri, necessitando quindi di un continuo apporto energetico. Proprio per questo, il cervello risulta essere il principale consumatore di glucosio, nonché il primo ad essere rifornito di questa sostanza.
Comunemente le persone ammettono di mangiare alimenti dolci, per sentirsi più felici e, anatomicamente parlando, non affermano nemmeno il falso.
Il consumo di zuccheri, infatti, comporta un maggior rilascio all’interno del sistema del neurotrasmettitore serotonina, responsabile della sensazione di benessere e felicità.
Gli zuccheri, però, stimolano anche il rilascio di insulina, che, in caso di necessità, normalizza i livelli di glucosio e, quando questi ultimi raggiungono una concentrazione relativamente bassa, l’organismo percepisce nuovamente l’impulso ad assumere zuccheri per ripristinare la sensazione di benessere precedente. Ciò che risulta da questo circolo vizioso di costante consumo di dolci, è, in ultima analisi, la dipendenza da zuccheri, con annessa sovra-alimentazione e, sul lungo periodo, obesità.
La causa principale della dipendenza da zucchero
Un’alimentazione sregolata, priva o carente delle fibre contenute in frutta e verdure fresche e povera di proteine vegetali o animali magre, risulterà ricca di carboidrati e dolci.
Gli alimenti che contengono zuccheri raffinati in grandi quantità, sono carenti di quei principi nutritivi (fibre, proteine, vitamine, minerali) in grado di rallentare la velocità di assorbimento dello zucchero stesso.