Da qualche anno a questa parte sentiamo spesso parlare di dieta chetogenica.
Se ne parla spesso come di una dieta rapida ed efficace che permette quindi la perdita di peso in poco tempo tramite l’eliminazione dei carboidrati.
Ma come funziona questa dieta? Quali sono i meccanismi di base che ne permettono la riuscita? Il carboidrato è davvero un nostro nemico?
Andiamo per ordine: analizziamo a fondo se la dieta chetogenica è la più adatta al nostro corpo.
Come funziona la dieta chetogenica?
La dieta chetogenica è un approccio nutrizionale che prevede l’eliminazione quasi completa del motore energetico principale per il nostro corpo: gli zuccheri.
Il nostro organismo tende, infatti, a prediligere sempre il glucosio (zucchero semplice) come fonte di energia per esplicare ogni azione che compiamo, utilizzando i grassi depositati nel tessuto adiposo come fonte secondaria e le proteine in ultima battuta.
Eliminare completamente i carboidrati forza il nostro corpo a cambiare tipo di risorsa, cambiando anche il meccanismo utilizzato per scindere quest’ultima.
Quando gli zuccheri mancano, l’energia verrà dunque prodotta dalla scissione dei trigliceridi (grassi), con conseguente creazione dei cosiddetti corpi chetonici. Si entra così, dopo 4/5 giorni in chetosi.
L’attivazione del processo di chetosi è la parte più importante di una dieta chetogenica.
Per verificare se si è in chetosi ci sono diverse metodologie che potete leggere qui.
I corpi chetonici prodotti verranno utilizzati dal nostro cervello come unica fonte di energia, poiché soltanto zuccheri e corpi chetonici possono oltrepassare la barriera ematoencefalica ed essere utilizzati dalle cellule nervose.
Ecco perché nei giorni precedenti alla chetosi si potrebbe accusare spossatezza, stanchezza e mal di testa (per mancanza di zuccheri nel sangue) ma anche bocca asciutta e sensazione di sete, aumento della diuresi, alito o sudore acido e riduzione dell’appetito.
Non esiste un solo tipo di dieta chetogenica, e quest’ultima si compone di più fasi.
La prima fase può essere gestita in due modalità:
⁃ Assumendo un 60% delle calorie totali dai grassi con una quota di proteine pari ad una dieta mediterranea
⁃ Aumentando la quota di proteine e mantenendo la quota di grassi pari ad una dieta mediterranea
I carboidrati, invece, non dovranno superare in entrambi i casi il 5-10% delle calorie totali. Ciò, però, significa che andremo incontro ad una carenza di alcune componenti importanti della nostra dieta, per questo c’è bisogno di un’integrazione importante come ad esempio le vitamine (per mancanza di frutta) o le fibre (per mancanza di legumi e cereali integrali). Questa fase dura di norma dalle tre alle cinque settimane.
Sarà quindi molto importante prestare attenzione a tutte le etichette alimentari, trovate dei suggerimenti utili nell’articolo della nostra esperta.
Dopo la prima fase, fortemente ipocalorica, si passa al reintegro dei carboidrati, che dovrà essere necessariamente graduale per evitare la ripresa dei kg persi, passando per alcuni step come frutta, cereali integrali e legumi e, solo successivamente farine bianche e impasti.
Allenamento e dieta chetogenica
E l’allenamento? Possiamo allenarci quando stiamo facendo una dieta chetogenica?
Il ruolo dell’attività motoria sulla chetosi è contraddittorio. Da un lato, l’esercizio fisico aumenta le richieste energetiche di glucosio favorendo la produzione di corpi chetonici (smaltimento di grassi).
Dall’altro, l’esercizio fisico moderato aumenta l’ossidazione dei corpi chetonici stessi opponendosi al loro accumulo e agli effetti negativi che normalmente possono esercitare nell’organismo.
In ogni caso è fortemente consigliato ridurre l’attività fisica intensa, almeno nella prima fase, a causa della restrizione calorica a cui ci si sottopone.
Alcuni tipi di dieta chetogenica vengono, inoltre, utilizzati in ambito clinico (ad esempio contro l’epilessia, obesità grave associata a certe patologie metaboliche ecc), ma prevalentemente sfruttati nel campo del fitness e della cultura estetica.
L’utilità della dieta chetogenica
Sicuramente la dieta chetogenica non dev’essere intesa come una strategia alimentare definitiva, ma piuttosto come un regime temporaneo e con tempistiche ben precise.
È comunque indubbio che tutto questo lavoro, oltre a mantenere bassi i livelli glicemici, aumenti la quantità di calorie bruciate, stimoli lo smaltimento del grasso e sopprimano l’appetito.
Per tutti questi motivi presenta, come sopra descritto un’efficacia dimagrante evidente.
La dieta chetogenica, però, sottopone l’organismo ad uno stress e questo ci fa dedurre che non si tratta assolutamente di un regime alimentare da poter intraprendere autonomamente ma da iniziare sotto l’accurato parere di un esperto.